Spesso nella nostra pratica quotidiana ci imbattiamo in problematiche derivanti dal posizionamento dei denti del giudizio, sia quando sono normalmente erotti sia quando la loro eruzione è parziale o quando sono inclusi totalmente nell’osso. Nella gestione di questa problematica non esiste una strada univoca ma è fondamentale una valutazione sia della sintomatologia che può dare un errato posizionamento del dente, sia da eventuali terapie ortodontiche che debbano essere intraprese la cui gestione è affidata in equipe con il collega ortodontista.

Quando dunque estrarre il dente? Indicazione all’ estrazione è sicuramente la pericoronite frequente ossia l’infiammazione della mucosa intorno al dente del giudizio che provoca arrossamento della gengiva, gonfiore e conseguente dolore. Questo avviene soprattutto quando il dente è erotto solo in maniera parziale e la restante mucosa che copre la corona tende ad infiammarsi per l’inevitabile locus favorevole ad una azione batterica aggressiva. Altra indicazione può derivare da una inclusione totale o parziale che abbia danneggiato o essere potenzialmente dannosa per il dente adiacente. Infine può essere necessario estrarre un dente del giudizio se può causare interferenza o potenziale recidiva in una terapia ortodontica particolarmente complessa e la cui valutazione prescinde assolutamente da un consulto con il collega ortodontista che dovrà valutare se la presenza dell’elemento possa provocare difficoltà al raggiungimento degli obiettivi prefissati.

Spesso si nota una certa disinvoltura nel voler estrarre i terzi molari o denti del giudizio che a mio avviso andrebbe riconsiderata e contestualizzata in un ambito di stretta necessità in quanto ritengo questo intervento decisamente più invasivo per il paziente rispetto anche all’ inserimento di uno o più impianti  nella gestione del post operatorio sia da un punto di vista del dolore che dello smaltimento del gonfiore e della completa restitutio […]