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    Rialzo del seno mascellare: video intervista Rialzo del seno mascellare: video intervista

    Rialzo del seno mascellare: video intervista

Rialzo del seno mascellare: video intervista

Rialzo del seno mascellare
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    La Parodontite: video intervista La Parodontite: video intervista

    La Parodontite: video intervista

La Parodontite: video intervista

Parodontite
  • rialzo seno
    Tecniche di rigenerazione ossea: il rialzo del seno mascellare Tecniche di rigenerazione ossea: il rialzo del seno mascellare

    Tecniche di rigenerazione ossea: il rialzo del seno mascellare

Tecniche di rigenerazione ossea: il rialzo del seno mascellare

La necessità di sostituire elementi dentari con l’implantologia spesso si scontra all’atto del piano di trattamento con la disponibilità di supporto osseo evidenziabile tramite ortopantomografia e denta-scan esami ormai di routine per la corretta pianificazione di una riabilitazione implantoprotesica. Nell’arcata superiore un ostacolo anatomico con cui frequentemente bisogna misurarsi è il seno mascellare una cavità situata all’interno del cranio confinante con le ossa nasali che essendo piena di aria pone un confine invalicabile per il posizionamento di impianti osteointegrati nelle regioni molari e premolari dell’arcata superiore. In genere questo spazio risulta più ampio in quei pazienti che hanno perso gli elementi dentari da un lungo periodo andando incontro alla pneumatizzazione del seno stesso e quindi si troverebbero ad avere un ridotto supporto osseo a sostegno degli impianti. Per aumentare il volume osseo e consentire anche in pazienti con scarsa disponibilità di effettuare una riabilitazione su impianti esistono delle tecniche di rigenerazione ossea denominate rialzo del seno mascellare. Approfondiremo qui il GRANDE RIALZO DEL SENO MASCELLARE tecnica chirurgica estremamente avanzata che, attraverso il sollevamento della membrana sinusale che riveste la cavità del seno mascellare, crea uno spazio necessario e sufficiente per apporre materiale di rigenerazione ossea il quale dopo un periodo variabile tra gli otto e i dodici mesi sarà pronto a ricevere gli impianti. In condizioni particolari è anche possibile effettuare rialzo e inserimento degli impianti in un unico intervento ma è necessario avere comunque circa 6-8 mm di osso residuo per la stabilizzazione iniziale degli impianti. I materiali usati per la rigenerazione possono essere di vario tipo e la scelta è di […]
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    Implantologia e parodontologia: video intervista Implantologia e parodontologia: video intervista

    Implantologia e parodontologia: video intervista

Implantologia e parodontologia: video intervista

Implantologia e parodontologia: video intervista Impianti osseo integrati in posizione 14 e 16 1° FASE RICOSTRUZIONE OSSEA 2° FASE IMPIANTO 3° FASE FINALIZZAZIONE CON DENTI  
  • struttura in zirconio su settori anteriori
    Estetica in Implantologia: Connubio possibile? Estetica in Implantologia: Connubio possibile?

    Estetica in Implantologia: Connubio possibile?

Estetica in Implantologia: Connubio possibile?

Oggi come non mai è richiesto alla nostra categoria di coniugare l’efficienza di un restauro o di una riabilitazione, alla sua resa estetica. Molto spesso ci viene chiesto di rimuovere otturazioni anche in buono stato solo perchè scure anche se in settori poco visibili. Questo ci fa capire quanto siano cresciute le aspettative estetiche del paziente sempre alla ricerca di trattamenti che accrescano la brillantezza e la resa estetica della propria dentatura. Sarebbe anacronistico quindi proporre vecchie concezioni anche in fase di riabilitazione su impianti ed ecco quindi un notevole incremento di tutte quelle tecniche metal- free ( ossia prive di struttura metallica) sia nella semplice riabilitazione protesica su moncone naturale che su monconi avvitati a degli impianti osteointegrati. L’evoluzione dei materiali ci consente oggi di preparare manufatti anche molto estesi e con elementi intermedi cosa che fino a qualche anno fa era vista con grande circospezione non potendo contare su valutazioni temporali sufficientemente lunghe, ma oggi possiamo dire che questi materiali metal free sono del tutto sovrapponibili come resa meccanica alle strutture metalliche aggiungendo però una resa estetica notevolmente superiore ottenuta dal fatto che avendo un fondo bianco non è necessario stratificare gli opachi che devono coprire il fondo metallico e quindi il passaggio della luce sul manufatto risulta nettamente più naturale così come la possibilità di giocare con le caratterizzazioni e le trasparenze. Ciò che si è ottenuto nella protesi su elementi naturali è decisamente trasportabile nella protesi su impianti osteintegrati già a partire dall’ impianto stesso dove le case produttrici evolvono nel segno dell’estetica proponendo impianti con collari metallici molto ridotti o addirittura assenti (i cosiddetti bone-level) per preservare maggiormente la gengiva del paziente per poi ottimizzare il tutto con i […]
  • impianto all on four
    Protesi ancorate agli impianti: nuove soluzioni ed orientamenti Protesi ancorate agli impianti: nuove soluzioni ed orientamenti

    Protesi ancorate agli impianti: nuove soluzioni ed orientamenti

Protesi ancorate agli impianti: nuove soluzioni ed orientamenti

In questi ultimi anni c’è stata in odontoiatria  una evoluzione tecnologica decisamente importante stimolata dalle risultanze ottenute con la rigenerazione ossea ed in particolar modo con l’implantologia. Di questo chiaramente ne hanno beneficiato tutti i pazienti ed oggi ci occuperemo in particolar modo dei pazienti edentuli cioè coloro che non hanno denti in arcata e decidono di affrontare una riabilitazione tramite impianti osteointegrati e protesi totali. Infatti ancorare una protesi agli impianti consente di ovviare alla mobilità della protesi stessa e le correlate difficoltà masticatorie e nel caso dell’arcata superiore anche di non avere il palato. In un precedente articolo si parlò di ancoraggio agli impianti sfruttando una barra ad essi avvitata  ma possiamo anche ancorarla a dei piccoli bottoncini che vengono avvitati agli impianti e chiamati locator oppure in alternativa avvitare direttamente la protesi stessa all’impianto attraverso la tecnica del all on four   Sicuramente l’ultima delle tecniche illustrate è quella che ha il vantaggio di non dover trattare la protesi come una classica dentiera cioè la rimozione e l’igiene della stessa anche per più volte al giorno ma di apprezzare e vivere il manufatto come una dentatura fissa. Denominatore comune di questo tipo di approccio è sicuramente la grandissima stabilità dei manufatti rispetto ad una protesi tradizionale ma anche il fatto di richiedere necessariamente una prima fase chirurgica per posizionare gli impianti che però possono sfruttare zone dove anatomicamente la disponibilità ossea è […]
  • rx prima dell intervento
    Impianti Post estrattivi: Quando utilizzare questa tecnica Impianti Post estrattivi: Quando utilizzare questa tecnica

    Impianti Post estrattivi: Quando utilizzare questa tecnica

Impianti Post estrattivi: Quando utilizzare questa tecnica

Nella vastità delle tecniche sull’utilizzo degli impianti, una particolarmente utilizzata è quella di inserire l’impianto contestualmente all’estrazione dell’elemento dentario, tecnica denominata appunto POST – ESTRATTIVA. Va premesso che tale tecnica presuppone una adeguata anamnesi prima dell’ intervento in quanto la zona interessata deve essere completamente priva di ogni tipo di rarefazione ossea dato che l’osso circostante sarà completamente sfruttato per l’inserimento dell’impianto anche oltre l’apice naturale dell’elemento dentario che sarà estratto. Molto spesso questa tecnica si fa preferire nella sostituzione di elementi mono- radicolati o anche premolari mentre sui molari risulta leggermente più complesso dato che per la struttura pluriradicolata risulta più difficoltoso reperire una quantità sufficiente a dare stabilità primaria all’impianto che è poi il principale problema in questo tipo di riabilitazione implantare. Va specificato che molto spesso risulta necessario anche effettuare una piccola ricostruzione ossea per non lasciare magari non coperte di osso alcune parti dell’impianto con conseguente compromissione della sua stabilità. Proprio per questo motivo a mio avviso la parte più importante dell’intervento risulta essere l’estrazione del dente in quanto bisogna preservare assolutamente la corticale sia vestibolare che linguale per aumentare la stabilità primaria dell’impianto e diminuire così la quantità di tessuto osseo da ricostruire. Analizziamo ora vantaggi e svantaggi di questa tecnica: VANTAGGI Unico accesso chirurgico Completamento del lavoro in tempi più brevi Possibilità di carico immediato con provvisori Conservazione della cresta Eventuali protesi mobili provvisorie da portare per tempi brevi Spesso costi minori SVANTAGGI Valutazione molto approfondita con varie tecniche radiologiche Preservazione volumi ossei durante l’estrazione Riassorbimento perimplantare Necessità di ricostruzione ossea comunque Grande duttilità dell’impianto Concluderei quindi dicendo che, sebbene questa tecnica sembra farsi preferire da un punto di vista della velocità del completamento del percorso terapeutico, rende necessario una attentissima valutazione in quanto bisogna comunque assicurare all’impianto condizioni […]
  • rx endorale
    Ricostruzione ossea dopo infezione: Posso poi mettere l’impianto? Ricostruzione ossea dopo infezione: Posso poi mettere l’impianto?

    Ricostruzione ossea dopo infezione: Posso poi mettere l’impianto?

Ricostruzione ossea dopo infezione: Posso poi mettere l’impianto?

Sempre più spesso nella nostra pratica quotidiana capita di dover estrarre dei denti che risultano completamente avvolti da infezioni ossee che ne minano la stabilità ed il supporto nell’alveolo. Questo è dovuto all’enorme crescita delle tecniche conservative ed endodontiche che consentono di preservare a lungo anche elementi con poca sostanza dentale per cui le estrazioni si rendono necessarie soprattutto su elementi che perdono il loro supporto parodontale a causa appunto di eventi infettivi. Molto spesso però queste infezioni causano delle lesioni ossee abbastanza estese che necessitano di un vero e proprio atto chirurgico per essere rimosse e di conseguenza lasciano un vuoto che deve essere colmato per ripristinare la corretta anatomia e consentire in futuro la sostituzione dell’elemento perduto con un impianto. Ed è proprio questa la domanda che spesso ci sentiamo porre: si può mettere l’impianto in quella zona dove è stata fatta la ricostruzione? La risposta è certamente si….. L’importante è aspettare il giusto tempo affinchè il sostituto osseo utilizzato per la rigenerazione abbia la consistenza corretta per ricevere un impianto. Questo tempo può ragionevolmente aggirarsi intorno ai sei mesi con oscillazioni temporali influenzate dalla ampiezza della lesione, dalla collocazione nel mascellare superiore o sulla mandibola e dal tipo di materiale utilizzato per la rigenerazione che può richiedere tempi leggermente più lunghi della media. Una volta che l’impianto è stato inserito le procedure ed i tempi non subiscono alcun tipo di variazione rispetto ad un lavoro di implantoprotesi eseguito su un osso naturale. E’ bene fare chiarezza su questo punto in quanto essendo l’implantologia una pratica sempre più utilizzata nel quotidiano,ci confrontiamo con la necessità di avere il corretto supporto osseo per procedere alla riabilitazione, con la conseguenza di un forte […]
Da | 25 febbraio, 2013|blog|0 Commenti
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    Tecniche di stabilizzazione protesi totali: video intervista Tecniche di stabilizzazione protesi totali: video intervista

    Tecniche di stabilizzazione protesi totali: video intervista

Tecniche di stabilizzazione protesi totali: video intervista

TECNICHE DI STABILIZZAZIONE PROTESI TOTALI protesi ancorate agli impianti 1° fase chirurgica (integrazione impianti osseo integrati circa 3 0 4) 3/4 mesi arcata anteriore – 5/6 arcata superiore 2° fase protesica – con ponti, pin, barra, bottocini automatici e altro – 3° realizzazione protesi (dentiera) Vantaggi: stabilità eccellente Requisiti: paziente edentulo (libero da denti) – disponibilità ossea Durata Benefici: totale se sostanziata da frequenti visite di controllo (semestrali) e accurata igiene orale  
Da | 2 febbraio, 2013|blog|0 Commenti
  • parodontite
    Parodontite: Cosa fare? Desistere o combatterla? Parodontite: Cosa fare? Desistere o combatterla?

    Parodontite: Cosa fare? Desistere o combatterla?

Parodontite: Cosa fare? Desistere o combatterla?

Problema assai sentito nonchè diffuso in ambito odontoiatrico è quello legato all’ approccio, sia da parte del paziente che dell’odontoiatra, alla cura della parodontite comunemente identificata come “piorrea“. Oggi, per fortuna mi viene da aggiungere, c’è una maggiore sensibilità e convinzione al trattamento della stessa con un approccio volto alla salvaguardia degli elementi dentali presenti rispetto alle convinzioni del passato secondo le quali non era una patologia trattabile ma bisognava estrarre i denti rimasti o aspettare che cadessero da soli…… Ma da cosa dipende la parodontite? E’ una patologia con una eziologia multifattoriale dovuta ad una aggressione da parte dei batteri delle strutture che sostengono il dente cioè legamento parodontale e successivamente osso. Ci sono cause predisponenti e fattori di rischio come fumo, scarsa igiene orale, tartaro sottogengivale,diabete, uso abituale di alcuni farmaci, gengiviti trascurate ed una componente seppur minima di ereditarietà. Quando una o più di queste cause innesca i batteri che vivono in gran parte all’interno della nostra bocca in maniera saprofitica, ossia non patogena, questi iniziano a produrre endotossine che vanno ad aggredire i tessuti di sostegno del dente, i quali come difesa dall’evento infiammatorio scatenatosi, tendono a retrarsi causando ad un certo punto la mobilità del dente stesso. Ad oggi ci sono molte possibilità di aggredire questa patologia sia con una buona prevenzione sia nei casi più avanzati con tecniche chirurgiche ricostruttive che attraverso l’apertura della gengiva e la rimozione del tessuto infiammatorio puntano sul riempimento della lesione creata dalla parodontite con materiali di rigenerazione che oltre a chiudere un locus patogeno potenzialmente recidivante mira ad una nuova produzione di osso e conseguentemente la stabilità dell’ elemento dentario evitandone così l’estrazione. E’ altresì vero che un paziente con problemi parodontali non deve necessariamente […]
Da | 2 febbraio, 2013|blog|0 Commenti